Meno consumo, più felicità

Meno consumo, più felicità

Verona-IN BLOG 010-0Nell’editoriale di Altreconomia di febbraio Pietro Raitano trasmette un’efficace sintesi del concetto di benessere, contestualizzandola nel modello economico occidentale, alla luce della crisi attuale.

A partire dall’osservazione dei dati che riportano il calo dei consumi nel biennio 2008-2009 (scesi ai livelli del 1999) ci si domanda se tale contrazione non sia da salutarsi come l’avvio della tanto auspicata “economia della sazietà” (meno consumi, più benessere, giustizia e sostenibilità) come più volte teorizzato proprio dalle pagine della rivista. Tutto bene, allora? Stiamo imboccando la strada del vero progresso? Niente affatto, perché qui, oggi, in questo sistema economico, un calo dei consumi significa semplicemente “meno soldi e meno lavoro. Ovvero meno certezze e più precarietà. Questo è il grande ricatto del sistema. Questo è il motivo per cui la costruzione di un’altreconomia è necessaria e urgente. E sta crescendo, nelle centinaia di gruppi d’acquisto solidali, nel commercio equo, nella filiera corta, nella finanza etica.”

Luciano Lorini

(pubblicato il 03.03.2011 su Verona-in blog)

 

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Nota: gli indicatori di benessere alternativi al PIL

Oggi sappiamo con ragionata certezza che l’indice di benessere basato sui consumi (il PIL) è uno specchio che rimanda un’immagine distorta della realtà ed è ben lontano dal fotografare lo stato reale dell’economia e dello sviluppo di un paese (e tuttavia continuiamo a basare su di esso molti modelli economici). Gli evidenti limiti di un indicatore basato esclusivamente sulla crescita del valore dei beni prodotti, e misurato sulla distribuzione media del reddito, sono infatti già da tempo superati da definizioni più moderne e coraggiose, ad esempio dal GPI (Indice di progresso effettivo), dal FIL (Felicità Nazionale Lorda) o dall’ISEW (Indice di benessere economico sostenibile). Citazione a parte merita ISU (Indice di Sviluppo Umano), adottato ufficialmente dall’ONU in affiancamento al PIL per misurare la qualità della vita dei citttadini dei paesi membri.