Leonardo

Lorenzo

Ciao Leo,

è tanto che vorrei scriverti qualcosa, ma non ho mai trovato il coraggio di farlo davvero. Ogni volta che ci provo mi sale un magone in gola, e finisco per ripetermi che non ho il tempo di piangere. Mi ripeto che la vita avanti, che devo prenderla nel modo giusto, e pensare che ovunque io vada tu sarai con me. Ma la verità è che quando te ne sei andato hai lasciato un vuoto. Un vuoto che è difficile esprimere a parole, ma che si sente quotidianamente. Un vuoto che eri in grado di riempire solo tu, con la tua forza, la tua energia.

Ci manchi ogni giorno Leo, lo vedo nella faccia di chi ti ha amato davvero.

Manchi ai tuoi amici; senza di te hanno perso la bussola, ti cercano in ogni festa, in ogni canzone, in ogni occasione che hanno per stare insieme. Tu eri il collante, Leo, capace di unire il mondo.

Manchi alla tua famiglia, che non perde occasione per commemorarti e ricordare il figlio, fratello, nipote o cugino fantastico che eri. Io non posso minimamente immaginare il dolore che attraversa un genitore alla perdita di un figlio, ma è straordinario come facciano di tutto per trasformare questo dolore in forza, perché tu non vorresti che rimanessimo fermi. Perché tu fermo non ci sapevi proprio stare, perché tu amavi la vita, e in fondo tu eri vita, forse la sua manifestazione più gioiosa e sincera.

Manchi a tutti, anche a tutti coloro che non ti hanno conosciuto davvero, ma dentro ai quali in una serata, anche solo per un’ora, sei riuscito a lasciare qualcosa di tuo. Hai sempre saputo lasciare il segno, ovunque tu andassi, e l’infinità di amici che hai e che si trovano sparsi per il mondo ne sono la manifestazione più eclatante.

Eri tanto, Leo, e forse è per questo che è così difficile lasciarti andare. La tua non era una presenza come le altre, tu sapevi illuminare la stanza. Fra qualche giorno avresti compiuto 24 anni: vedere un amico andarsene così presto ci ha smosso qualcosa dentro. Nonostante le preoccupazioni e l’ansia per il futuro, l’insegnamento più grande che hai saputo lasciarmi è di non smettere mai di sorridere, proprio come facevi tu. Con la stessa filosofia con cui affrontavi gli esami, i problemi e la vita stessa. Tu mi hai insegnato a capire cosa sia realmente il presente, e che questa vita è troppo bella per essere vissuta a metà.

Sei stato una gemma rara Leo, e questo nessuno potrà dimenticarlo, mai.
Ovunque tu sia, continua a sorridere, sei una gioia per gli occhi.
Keloké

Luciano

Veronese, classe 1967. Informatico di professione, coltiva mille passioni con cui impiega il sempre troppo poco tempo libero: musica, lettura, cinema e teatro, oltre a computer e bicicletta. Cittadino attento e sensibile, si interessa alla vita sociale e politica e pedala per la città perché crede nella bici come viatico per un maggior benessere, individuale e collettivo.

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