Leonardo

Tempo scaduto per la Proposta di Legge

Carissime amiche e carissimi amici di Leo e nostri, siamo arrivati al 1 maggio e alla mezzanotte di ieri è quindi scaduto il termine per la raccolta firme relativa alla nostra Proposta di Legge sulla Laurea alla memoria.

In sei mesi siamo riusciti a raccogliere oltre 4.500 firme, solo il 9% di quelle necessarie a portare la Proposta sui tavoli del Legislatore. Se è vero che all’inizio l’entusiasmo ci ha portato a sottovalutare il numero delle 50.000 sottoscrizioni necessarie (un obiettivo che sembrava semplice e a portata di mano) è però altrettanto vero che 4.583 consensi effettivi, convinti e attivi non sono affatto pochi.

Firmare la Proposta sulla piattaforma del Ministero richiedeva un certo impegno e non tutte le persone contattate si sono probabilmente sentite chiamate a mettersi in gioco, vuoi per le difficoltà tecniche (soprattutto per chi ha “una certa età”), vuoi per un insufficiente coinvolgimento emotivo. Ma chi l’ha fatto ha dimostrato un’estrema vicinanza: in tanti infatti ci hanno scritto per comunicare la loro adesione convinta, in rappresentanza di un numero molto più vasto che semplicemente ha agito in silenzio.

Dare un’occhiata alle statistiche è un esercizio interessante, che evidenzia la maggiore reattività delle fasce più giovani rispetto al tema in oggetto. Ci risulta strano in quanto, considerando il punto di vista genitoriale, pensavamo che saremmo stati proprio noi adulti a reagire più prontamente, immedesimandoci in situazioni che sappiamo per esperienza essere possibili (mentre i giovani, si sa, vivono giustamente una percezione di temporanea immortalità e sono più riluttanti a rivolgere il pensiero alla caducità della vita). Invece… siamo rimasti sorpresi dalla ripartizione delle firme per età (come anche per genere, brave le ragazze!). Questi dati evidenziano probabilmente la scarsa efficacia della nostra azione comunicativa volta a raggiungere la fascia delle generazioni più mature, notoriamente poco frequentatrici dei social network. Ci sono ampi margini di miglioramento…

Se dovessimo ripetere oggi l’esperienza probabilmente agiremmo diversamente, pianificando in anticipo gli interventi comunicativi, elencando minuziosamente i potenziali destinatari (gli influencer) e predisponendo con ancor maggiore cura i messaggi da indirizzare ai diversi target. Corredando l’azione con una campagna social appositamente predisposta. Tutte cose che abbiamo in parte fatto, sebbene in maniera molto “artigianale”… Ecco, magari avremmo potuto affidarci a dei professionisti, o a un’agenzia, senza sottostimare lo sforzo necessario. Avremmo potuto dedicare maggiore cura alla pianificazione, anziché partire in quarta per affinare le strategie in corsa, già affaticati da tutto il resto (in fondo, non c’era fretta…). Col senno di poi è tutto facile a dirsi, vero? Lezione appresa, ne terremo conto per le prossime esperienze.


Oggi, dicevamo, è scaduto il termine per la raccolta delle 50.000 firme necessarie quale requisito fondamentale per la calendarizzazione della discussione in Parlamento. Le firme raccolte non bastano e il limite si è quindi dimostrato insormontabile per i nostri mezzi. “Poveri ma belli”, con poca disponibilità di tempo da dedicare, privi di un ufficio stampa e di un coordinamento professionale dei diversi mezzi di comunicazione abbiamo fatto quel che abbiamo potuto. Ma lo abbiamo fatto bene, con il cuore, e con un trasporto e un’efficacia che non va sottovalutata. Diciamocelo senza falsa modestia: siamo stati bravi, tutti!

Io, Lisa e Luca, assieme al comitato dei promotori, vogliamo pertanto ringraziare tutte e tutti voi per il grandissimo lavoro di sostegno della Proposta, per la partecipazione alla Conferenza Stampa e ai momenti ufficiali, ma soprattutto per la diffusione e raccolta capillare dei consensi nei vostri ambienti, presso i vostri amici e le vostre reti. Un grazie in particolare a Cristian, primo cofirmatario della Proposta, senza il cui contributo in termini di conoscenze giuridiche e costituzionali probabilmente non avremmo nemmeno iniziato questa avventura. Con lui e con tutti voi abbiamo lavorato insieme e raggiunto comunque un traguardo significativo: vivere un’importante esperienza di partecipazione democratica (un risultato non indifferente). Insieme abbiamo capito che l’organizzazione della nostra società mette a disposizione importanti strumenti per favorire e accompagnare il cambiamento. Questi meccanismi, fondamentali per l’esercizio della democrazia, sono a nostra disposizione quale frutto di conquiste e patrimonio della nostra civiltà: vanno conosciuti, utilizzati e custoditi in quanto affatto scontati. Se mi permettete un consiglio per il vostro futuro di cittadinanza attiva, è quello di ricordare spesso questa esperienza e impegnarvi sempre contro ogni tentativo di scardinare i diritti che permettono la partecipazione alla vita della comunità sociale. Non date mai nulla per scontato, non pensate mai che un diritto acquisito lo sia per sempre.


Cosa succederà adesso?
È stata tutta fatica sprecata?

Affatto! La Proposta di Legge ha comunque lasciato un segno. Gli articoli e i servizi giornalistici pubblicati, pur nel loro piccolo, hanno senz’altro alzato il livello della sensibilità collettiva. Probabilmente il vero problema è stato di non essere riusciti a travalicare i confini veronesi, mantenendo alta l’attenzione solo in ambito locale. Ma un piccolo scatto di consapevolezza è stato senza dubbio compiuto, rendendo evidente che il problema delle Lauree alla memoria non è un’esigenza particolare che ha interessato solo Leonardo e la nostra famiglia.

Mi spiego meglio.

A inizio aprile abbiamo letto e ascoltato i servizi a commento dei femminicidi di Ilaria Sula e Sara Campanella, rilevando le promesse di impegno delle istituzioni universitarie a organizzare iniziative in ricordo delle due studentesse; in particolare l’Università di Messina ha annunciato di avere già avviato le procedure per il conferimento della Laurea alla memoria. Come già in precedenza per Giulia Cecchettin, anche in questo caso si afferma il valore morale di un riconoscimento che nella prassi ordinaria è però tutt’altro che agevole ricevere. Come mai? Forse che un percorso accademico interrotto ha bisogno, per essere riconosciuto, di una morte “mediaticamente interessante”? Sembrerebbe che al momento sia così, ma noi sappiamo bene (lo abbiamo percepito sin dall’inizio) che la soddisfazione di poter coronare il cammino scolastico di un figlio, festeggiare il lieto momento con tutti i familiari e gli amici riuniti “come se”, rappresenta un momento di gioia, un conforto che sarebbe giusto fosse accessibile con regole chiare e certe a tutte le famiglie nelle nostre condizioni. Negarlo “salvo eccezioni” è un’evidente ingiustizia per chi, ad esempio, muore nel silenzio di un letto di ospedale, o nell’istante altrettanto drammatico di uno scontro stradale o di una morte violenta. Proprio per questo ci siamo attivati! Purtuttavia, il fatto che cominci a farsi strada nell’opinione pubblica l’idea che esistano possibili eccezioni al rigore degli atenei nel rilasciare il riconoscimento post-mortem porta con sé anche l’evidenza che dette eccezioni siano estensibili al caso generale della morte in quanto tale, indipendentemente dalle cause che l’hanno cagionata. Su queste premesse sarà possibile lavorare.

Il seme che in questi mesi abbiamo gettato, promuovendo sui media e portando ai tavoli istituzionali quanto meno l’idea di una proposta che possa normare l’istituto della Laurea alla memoria, rendendolo un diritto accessibile per tutte le famiglie che desiderassero usufruirne, è caduto su questo terreno di crescente attenzione ed è stato un contributo che riteniamo potrà portare frutto in futuro. Una società non è mai ferma, c’è un’evoluzione continua fatta di piccoli passi; i cambiamenti si accompagnano al contesto, le cui priorità mutano nel tempo, in accordo al cambiamento delle sensibilità. A questo cambiamento anche noi abbiamo sicuramente contribuito; di questo possiamo essere soddisfatti e fieri.

Non è escluso che più avanti proveremo ad esplorare nuove strade per compiere ulteriori passi e portare avanti l’obiettivo della nostra proposta, magari attraverso alleanze con vari esponenti della società civile. Per il momento tiriamo il fiato e riposiamo un poco, ce lo siamo meritati.

Ancora grazie a tutte e tutti per la vostra attenzione e vicinanza. Un abbraccio
Lucianone

Luciano

Veronese, classe 1967. Informatico di professione, coltiva mille passioni con cui impiega il sempre troppo poco tempo libero: musica, lettura, cinema e teatro, oltre a computer e bicicletta. Cittadino attento e sensibile, si interessa alla vita sociale e politica e pedala per la città perché crede nella bici come viatico per un maggior benessere, individuale e collettivo.

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