Beneducati senza biglietto

Beneducati senza biglietto

Verona-IN BLOG 020-0Tra le pieghe del giornale questa volta imparo che per qualcuno in ATV l’aumento del prezzo del biglietto acquistato a bordo sarebbe un intervento «più educativo che finanziario». Ahh, il bilancio non c’entra, quindi (e mi pareva)! Da sempre mi domando le ragioni di questa differenza, ora enfatizzata, immaginando l’impatto di queste entrate poco influente sui saldi contabili: quanti potranno mai essere, in percentuale e in valore assoluto, i biglietti emessi a bordo? Credo, basandomi su dati meramente esperienziali, molto molto pochi; certamente meno di quanti potrebbero essere, anche a causa del maggior costo. Se escludiamo infatti l’ignaro turista, passeggero occasionale dei nostri mezzi pubblici, ogni buon veronese, “educato” da questi lungimiranti interventi, normalmente provvede a munirsi di biglietto a terra (come peraltro suggerito all’ingresso in vettura e alle fermate). Solo se dovesse trovarsi a salire su un autobus in emergenza, perché un po’ di fretta o magari perché a tarda sera non ha trovato aperta la tabaccheria, pagherà il maggiore importo, giusta punizione per non essere stato previdente (tenendo in tasca un biglietto, o meglio ancora caricando il borsellino elettronico della sua MoVer, che si svaluta automaticamente ad ogni aumento…). Sperando ovviamente di avere spicci (la macchinetta non dà il resto).

Vien da chiedersi a cosa servano le emettitrici di bordo: se siano un servizio ai clienti/utenti o piuttosto un fastidio per l’Azienda, presenti solo in quanto obbligate da una parvenza formale di progresso e civiltà. Non basterebbe il risparmio sulle commissioni di vendita (peraltro minime) a ripagarne l’installazione e la manutenzione? (non dimentichiamo che i mezzi la sera tornano in deposito: svuotare le “pance piene” di monetine non dovrebbe risultare poi tanto oneroso). Verona-IN BLOG 020-1Non basterebbero le maggiori entrate da parte degli utenti che, saliti a bordo senza biglietto, in totale buona fede (esistono, lo giuro, ne ho visti tanti, per molte diverse ragioni), vengono incentivati a regolarizzare la loro posizione da strumenti efficaci e da tariffe eque?

Come al solito diamo una sbirciatina all’estero: le biglietterie automatiche alle principali fermate e sui mezzi sono realtà in moltissime città europee, specialmente laddove si è deciso che il rafforzamento del trasporto pubblico e l’incentivo al suo utilizzo sono una delle risposte ai problemi dell’inquinamento e della congestione delle città. In particolare apprezzo Monaco di Baviera (città nostra gemella) dove, al prezzo unificato del tariffario ufficiale, le “macchinette” rilasciano qualsiasi tipo di titolo di viaggio (abbonamenti compresi), danno il resto e, su alcuni mezzi, permettono pure il pagamento con sistemi elettronici. Per minimizzare i mancati guadagni dovuti ai pur sempre possibili malfunzionamenti (e anche agli affollamenti da ora di punta) su molti autobus e tram sono poi ridondate ad ogni ingresso. Non si capisce la ragione educativa di tanto “spreco”…

Luciano Lorini

(pubblicato il 05.09.2011 su Verona-in blog)

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